Ringraziamento dalla Casa della Carità di Fosdondo

Ringraziamento dalla Casa della Carità di Fosdondo

Domenica alla Messa di Pieve Rossa, erano presenti ospiti e suore della CdC, ringraziando per l’offerta che la nostra UP ha fatto loro con la vendita delle piantine grasse ( Euro 650).

Siamo qui per ringraziarvi per l’offerta che avete fatto alla Casa della Carità di Fosdondo,
insieme alla vostra UP.
Non vi nascondo che questa provvidenza ci aiuta in un momento di difficoltà, infatti la Casa
della Carità non ha rette o cose simili, ma ogni persona ospitata da quello che può e molti
ospiti possono veramente poco.
Ma quello che più oggi ci fa contenti è l’essere qui con voi.
Se chiedessi a bruciapelo, “cosa ti rende felice?” Non tutti forse avrebbero la risposta pronta.
Alla casa della carità, la Dolly a questa domanda ha risposto “andare alle feste”… Mauro ha
detto “quando vengono le persone ad aiutarci” e la Beatrice: “quando arriva qualcuno che non
vediamo da tanto tempo”.
Alla casa della carità le relazioni sono fonte di grande gioia. Potete immaginare che impatto
abbia avuto la pandemia con i suoi lockdown.
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Forse qualcuno non sa cos’è una casa della carità. La Casa della Carità è un’estensione della
parrocchia che vuole aiutare la parrocchia stessa a vivere la Carità.
E’ una duplice realtà: materiale ed immateriale.
È una casa in cui si vive un’esperienza di famiglia. Ne fanno parte due suore, gli ospiti (coloro
che sono accolti) con le loro necessità. Attualmente alla nostra casa della carità, quella di
Fosdondo, vivono una quindicina di persone con esigenze diverse. Poi ci sono le persone che
vengono ad aiutare, anche solo facendo qualche lavoro di …pulizia e cucina… tenendo
compagnia, pregando insieme.
La casa della carità è un posto, insomma, dove ci si prende cura gli uni degli altri in modo
semplice, immediato, alla portata di tutti.
Beatrice, accolta da un paio d’anni, dice con molta acutezza: ci sono degli amici che aiutano a
mettere a letto; Siamo contenti quando vengono ad aiutarci e li facciamo contenti perché Dio è
vicino.
È proprio così. La casa della carità ci può rendere felici.
Si va alla Casa per fare qualcosa di buono, per aiutare gli altri, perché c’è un bisogno… e poi ci
si accorge che la casa fa un servizio a noi! La casa è un’opportunità per a fare esperienza concreta di vita evangelica, dove le differenze –
tutte – si valorizzano. La porta è aperta per tutti, si impara ad accogliersi, ricchezze e povertà si
condividono e si perde il confine tra chi aiuta e chi è aiutato.
La casa ci dà la possibilità di mettere in pratica il Vangelo (..avevo fame, avevo sete, ero
malato e siete venuti a trovarmi…), incarnandolo nella nostra vita quotidiana.
Un incontro che potremmo definire feriale, quotidiano, fatto di piccoli gesti, di ascolto e cura,
di cose che possiamo fare insieme come famiglia, insieme come amici, insieme come persone
di una comunità cristiana. Insieme come singoli che hanno sperimentato con la pandemia
prima e ora con questi mesi di guerra, che ogni speranza di un futuro diverso si fonda
sull’aiuto reciproco.
La CdC è sempre stata, ed è ancora, una vera palestra di carità e di vita, un tesoro nel campo
delle comunità cristiane. E qui entra in campo la Casa “immateriale”, quella che ci fa andare,
come singoli ma parrocchiani, verso le povertà del nostro tempo, che sono fuori dalle mura
di casa.
Come possiamo accogliere la grazia che il Signore ci fa?
Tanti sono i modi. In una casa c’è sempre qualcosa da fare. Immaginate la vostra casa, ma un
po’ più grande. Non solo l’aiutare nel momento dei pasti, il mettere a letto la sera o l’alzare la
mattina, o le varie pulizie, ma anche lo stare con gli ospiti, il giocare con loro e infine (o
all’inizio?) il pregare un po’ insieme.
Grazie ancora.
La famiglia della Casa della Carità di Fosdondo